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Ittero neonatale: cos’è e quali sono le cause

Cos’è l’ittero neonatale

L’ittero neonatale si manifesta attraverso un colorito giallastro della parte bianca dell’occhio, oppure di tutto il corpo del bambino. Questa condizione è dovuta ad un accumulo di bilirubina, ovvero una componente della bile derivante dalla degradazione dell’emoglobina.

L’ittero è una condizione molto diffusa, e quindi molto comune. Nella maggior parte dei casi, si tratta soltanto di una condizione fisiologica – ed entro certi livelli ha effetti antiossidanti -, mentre in altri casi può rappresentare il segnale di  una malattia.

Ittero fisiologico

L’ittero fisiologico si presenta nella maggior parte dei bambini e scompare spontaneamente dopo circa dieci giorni (si può arrivare anche a quindici, nel caso in cui il bambino sia nato prematuro). Questa condizione non si manifesta immediatamente alla nascita, bensì dopo due o tre giorni.

L’ittero fisiologico è caratterizzato dalla presenza di bilirubina di tipo indiretto. I suoi valori, pur aumentando, non superano determinati livelli.

Cause

Le cause dell’ittero fisiologico si possono attribuire ad una quantità superiore di bilirubina nel fegato, oppure ad una difficoltà di quest’ultimo a smaltire la bilirubina poiché non è ancora ben preparato.

Ittero patologico

L’ittero viene considerato patologico quando compare immediatamente alla nascita, quindi nelle prime 24 ore di vita. A differenza di quanto succede se l’ittero è fisiologico, i valori di bilirubina aumentano molto rapidamente e possono superare le soglie di guardia. Inoltre, in questo caso, tende ad avere una durata più lunga del normale.

L’ittero patologico può rivelarsi pericoloso perché, se i valori di bilirubina superano determinati livelli, potrebbero provocare problemi al sistema nervoso centrale del bambino.

Cause

Le cause dell’ittero neonatale patologico, possono essere davvero tante. E’ possibile che, in caso si tratti di bilirubina indiretta, l’ittero sia dovuto ad una incompatibilità da fattore Rh. In questo caso la mamma è Rh negativa, mentre il bambino è Rh positivo. C’è da dire che questa situazione si presenta molto di rado al giorno d’oggi poiché, dopo la prima gravidanza, alla mamma vengono somministrati degli anticorpi con il preciso scopo di evitare il problema.

E’ possibile, inoltre, che l’ittero sia dovuto ad una incompatibilità da gruppo sanguigno AB0. Significa, cioè, che la mamma appartiene al gruppo sanguigno 0, mentre il bambino ad un gruppo sanguigno A, B, oppure AB.

Il problema di queste due possibili condizioni sta nel fatto che la mamma va a produrre degli anticorpi che si legano ai globuli rossi del piccolo, distruggendoli. In questo modo, la bilirubina prodotta aumenta inevitabilmente.

Ittero materno

Si parla di ittero materno, quando esso riguarda l’allattamento al seno.

In questo caso, la quantità di bilirubina va ad aumentare all’incirca dopo i quattro/cinque giorni di vita del bambino allattato al seno, e può durare fino alle dodici settimane.

Cause

Le cause dell’ittero materno non sono ben definite. Ad ogni modo, si ritiene che si possa trattare di una sostanza del latte materno che provoca un aumento del riassorbimento di bilirubina dall’intestino.

E’ bene ricordare che l’eventuale presenza di ittero materno non significa assolutamente che la mamma debba interrompere l’allattamento al seno.

Fattori di rischio

Alcuni esempi di fattori di rischio più comuni per l’insorgere dell’ittero, sono:

  • Nascita prematura del bambino
  • Asfissia durante il parto
  • Presenza di diabete gestazionale
  • Acidosi
  • Policitemia
  • Ipoglicemia
  • Ipossia
  • Fratelli o sorelle che hanno avuto in passato livelli elevati di bilirubina

Che cosa fare?

Se l’ittero è di natura fisiologica non richiede alcun tipo di trattamento. Tutto quello che bisogna fare è aspettare che la bilirubina in eccesso venga smaltita. Naturalmente, questo non significa che il piccolo non vada tenuto sotto controllo.

Nel caso di ittero patologico, invece, sarà necessario intervenire. Il trattamento più utilizzato è sicuramente la fototerapia. Questo trattamento consiste nell’esposizione del bambino, per diverse ore, ad una particolare luce blu che aiuta a degradare (e quindi a smaltire) la bilirubina.

Nei casi più gravi, e dunque dove la fototerapia si riveli inefficace, si renderà necessaria una trasfusione di sangue. In questo modo, una parte del sangue ricco di bilirubina, viene sostituito con dell’altro sangue, non altrettanto ricco di questa sostanza.

Tuttavia, negli ultimi anni si sono svolte delle ricerche per identificare terapie di tipo farmacologico per prevenire e trattare l’ittero. In questo caso, i trattamenti più usati sono quelli a base di colestiramina, carbone attivo o fenobarbital. Altri farmaci, come ad esempio la Sn-mesoporfirina, sono forti inibitori della eme-ossigenasi (l’enzima che limita la formazione di bilirubina dall’eme). Tuttavia, tendono a provocare fotosensibilità cutanea.

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