Significato del parto distocico
Il termine tecnico “parto distocico” indica un parto non fisiologico, non naturale, che viene reso complesso da alcune condizioni.
La distocia è di origine fetale o materna e indica un parto molto complesso e difficile a causa di alcune anomalie. La distocia nel corso del travaglio richiede che non si prosegua col parto naturale ma con il c.d. parto operativo o il cesareo.
Cos’è la distocia?
E’ un’emergenza ostetrica che va trattata in modo particolare o rischia di danneggiare il bambino, con danni di natura meccanica (lesioni da trazione) o da ipossia cerebrale (interruzione dell’ossigeno) che nei casi più gravi può causare la morte del neonato.
Come è intuibile, questo tipo di parto è molto delicato e complesso e necessita di scelte rapide e giuste, per cui è sempre meglio partorire in un ospedale dove vi sia personale esperto ed all’altezza di trattare anche l’eventualità di un parto di questo tipo.
Cause del parto distocico
Il parto distocico in genere è causato da alcune anomalie della madre che complicano il c.d. parto naturale o fisiologica, come l’irrigidimento del collo dell’utero, a causa di anomalie nella contrazione uterina; l’arresto della discesa, anomalie del bacino della madre, contrattilità dell’utero anomala, travaglio che si protrae per più di dodici ore con conseguente disidratazione materna, blocco del travaglio, peso eccessivo del feto o anomalia della posizione del feto, e anche fattori psicologici della donna come l’eccessiva tensione, spavento, paura e scarsa preparazione al parto che complicano l’evento.
In caso di parto distocico, in Italia, in genere si procede al parto cesareo.
Cosa si fa in caso di discocia?
In caso di parto distocico il personale agisce rapidamente per evitare sofferenze e possibili danni al bambino.
Il parto distocico, quindi, richiede il c.d. parto operativo cioè che include anche aiuti esterni rispetto alla madre.
Questi aiuti possono essere:
- il taglio cesareo, quindi un intervento chirurgico d’urgenza per estrarre il bambino dalla zona dell’addome;
- la manovra di McRobert e la manovra di Wood, spesso usate nel caso di distocia fetale della spalla (quando il bimbo fuoriesce con la testa e non con le spalle);
- la manovra di Kristeller, che agevola l’espulsione del bambino; è definita come manovra non raccomandata perché se eseguita in maniera non corretta può causare rottura dell’utero, lesioni alla vagina lesioni al bambino ed ipossia;
- l’uso di forcipe e ventosa. Il forcipe consiste in uno strumento a forma di pinza usato appositamente per il parto. Oggi il suo utilizzo è sconsigliato dall’OMS e viene usato solamente in caso di condizioni estreme, e comunque solo da parte di personale esperto. L’uso errato del forcipe può causare il blocco dell’afflusso di sangue al cervello, traumi e danni al cranio del bambino, recisione di nervi facciali.
- La ventosa ostetrica, è uno strumento ostetrico con un cappuccio di acciaio che accelera la fuoriuscita del bambino dal canale del parto. Oggi la ventosa sostituisce completamente o quasi il forcipe. La ventosa non è esente da rischi (che vanno comunicati alla madre) come emorragie cerebrali nei bambini, emorragie alla retina, frattura del cranio.