Ed eccovi giunte alla fine di questo fantastico viaggio: la 40a settimana di gravidanza! Preparatevi a stringere finalmente il vostro piccino tra le braccia!
Adesso il bambino è lungo circa 50 cm e pesa più o meno 3 kg. All’interno del suo intestino si trova ora il meconio, ovvero una sostanza verdastra composta dal liquido amniotico ingerito dal piccolo. Questa sostanza verrà poi smaltita dopo la nascita, con le prime feci.
Una volta nato, il bambino verrà sottoposto a diversi controlli, in modo da ottenere una valutazione sul suo stato di salute e sul funzionamento dei suoi organi. In particolare, si andranno ad analizzare la respirazione, il battito cardiaco, i riflessi, il tono muscolare ed il colore della pelle.
Il travaglio
Quando le contrazioni si fanno regolari, con cadenza di 5 minuti e con la durata di circa 45 secondi, inizia il travaglio. Attraverso le contrazioni, il feto viene spinto verso il collo dell’utero.
Il bambino potrebbe essere collaborativo e contribuire alla dilatazione del collo dell’utero, rendendo il parto più veloce. D’altro canto, il piccolo potrebbe muoversi meno, allungando di conseguenza i tempi del parto.
In alcuni casi, il ginecologo potrebbe ritenere opportuno un anticipo del travaglio, attraverso l’induzione al parto. Questo di solito succede solo in alcuni casi particolari, ovvero in presenza di sofferenza fetale, in presenza di gestosi e in caso di riduzione del liquido amniotico.
Le fasi del parto
Il parto è caratterizzato fondamentalmente da tre fasi:
- Fase dilatativa: Questa prima fase ha inizio con le contrazioni e si conclude quando il collo dell’utero arriva a raggiungere la massima apertura.
- Fase espulsiva: Questa fase comincia con le spinte e si conclude con la nascita del piccolo.
- Secondariamento: Terza e ultima fase, consiste in una leggera contrazione attraverso la quale si espelle la placenta.
Gravidanza protratta
Si parla di gravidanza protratta nel caso in cui si superino le 42 settimane. Consideriamo infatti, che la durata di una gravidanza può variare dalle 38 alle 42 settimane, quindi anche se il bambino non nascesse entro la 40a settimana, sarebbe comunque una cosa normale.
In caso di gravidanza protratta, il medico procederà ad indurre il parto. Questa procedura può essere eseguita attraverso due metodi: l’utilizzo di prostaglandine e l’amniorexi.
Le prostaglandine sono degli acidi che si trovano nel liquido staminale. Esse possono essere utilizzate come gel per ammorbidire il collo dell’utero e provocare le contrazioni.
L’amniorexi, invece, consiste nel rompere artificialmente le membrane attraverso l’uso dell’amniotomo.
Ittero neonatale
Dopo la nascita, nel piccolo è possibile che si presenti l’ittero neonatale.
L’ittero è dovuto all’incapacità del fegato di metabolizzare completamente la bilirubina. Si presenta attraverso il colorito giallo della pelle o della parte bianca degli occhi.
Non deve allarmare in quanto è una condizione molto comune e di norma scompare dopo un paio di settimane.
La fascia elastica
Dopo il parto, la fascia elastica potrebbe essere un valido alleato per la mamma. Grazie ad essa, infatti sarà possibile agevolare i movimenti e alleviare i dolori causati dal parto.
La fascia elastica, infatti, ha la funzione di impedire alla mamma di compiere dei movimenti repentini con l’addome. In questo modo si va ad evitare che il peso della pancia vada a comprimere tutta la zona pelvica.
Inoltre, questa fascia ha effetti benefici anche sulla schiena, perché aiuta la mamma a mantenere una postura corretta, evitando così fastidiosi mal di schiena.